Giacobbe Giusti, Il cratere di Euphronios al museo di Arezzo
Giacobbe Giusti, Il cratere di Euphronios al museo di Arezzo
Il Museo Archeologico Gaio Cilnio Mecenate di Arezzo ha sede nell’ex convento di San Bernardo (XIV sec.), sorto sui resti dell’Anfiteatro romano (inizi II sec. d.C.). Il Museo si è formato attorno alle testimonianze di antichità del territorio riunite agli inizi del XIX secolo dal geologo aretino Antonio Fabroni nella sede della Fraternita dei Laici. Successivamente si aggiunsero le collezioni di altre famiglie aretine, tra cui si ricorda quella dei Bacci con lo straordinario cratere a volute a figure rosse attribuito al ceramografo attico Euphronios, decorato con scene di lotta tra Eracle e le Amazzoni.
L’istituzione museale ha in seguito ampliato le sue collezioni con i rinvenimenti degli scavi otto-novecenteschi che portarono alla luce, in particolare, vasi in terra sigillata aretina. Dopo i danni causati dall’ultimo conflitto bellico e il riordinamento con i materiali dei nuovi scavi urbani nel 1951, in Museo venne acquisito dallo Stato nel 1973. Oggi completamente rinnovato, il Museo si articola in 26 sale disposte su due piani e ordinate in due settori: quello topografico al primo piano e quello dedicato alle antiche collezioni al secondo. Ogni sala è dotata di pannelli esplicativi e schede didattiche asportabili in Italiano, Inglese, Francese e Tedesco. Tra i reperti esposti, oltre al citato cratere di Euphronios, sono i preziosi gioielli etruschi dalla necropoli di Poggio del Sole, una imponente decorazione frontonale policroma da Piazza San Jacopo, le terrecotte frontonali del tempio della Catona, una serie di teste-ritratto da via della Società Operaia, i reperti del santuario di Castelsecco, il vasellame da mensa in terra sigillata aretina , i corredi delle necropoli di età romana ed il ritratto maschile in crisografia, uno dei più raffinati esempi di questa tecnica.
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